Il tema della Meditazione è sicuramente un affascinante richiamo per tutti, specie quando nei momenti di difficoltà cerchiamo delle risposte interiori. Già solo l’immagine di poter rimanere seduti, fermi ad occhi chiusi, già solo quella figura è sufficiente ad evocare l’idea di un possibile cambiamento e di un’alternativa ai nostri conflitti. Tuttavia, le ragioni che all’inizio possono condurci alla ricerca di una Meditazione, si dovranno scontrare con la rigidità meccanica della nostra mente. Inizialmente l’allievo si dovrà rapportare con la propria instabilità, osservandone i processi interiori, per imparare attraverso l’applicazione delle tecniche come mantenere il controllo su di sè.
La pace, il silenzio e la calma non si raggiungono solo restando fermi. Nessuno di noi vive la sua vita restando fermo. Eppure mantenere una posizione seduta (asana) durante una sessione di Meditazione è necessario, è risaputo, ma è una condizione che possiamo solo conquistarci e comprendere con il tempo. Soprattutto parlando di Meditazione, dobbiamo accettare che si tratti di un conseguimento, raggiungibile, ma sarebbe inappropriato rapportarsi alla pratica se non come ad una questione di sensibilità, che va ben oltre la scelta di fare semplicemente qualcosa.
La Meditazione per cui non è propriamente una tecnica, per quanto ci si debba allenare e dedicare con una considerevole abbondanza di volontà, umiltà e disillusione. Un corso può fornirci gli strumenti e le competenze dell’Istruttore una direzione da seguire, bisogna tuttavia comprendere che si agisce su di un piano più sottile della nostra coscienza, che compenetra solo in parte l’evolversi della vita materiale, per quanto gli effetti concreti sul piano umano siano considerevoli per ognuno di noi. Bisogna però non fermarsi a questi primi risultati e coltivare il desiderio di andare oltre, consapevoli che la nostra parte più profonda è molto spesso oscurata dalle considerazioni personali.
La vera ricerca implica un’esperienza diretta, ma trovare qualcosa di più profondo e vero in un mondo sempre più superficiale, è un’impresa che all’inizio è proprio quello che sembra, una lotta, nei confronti della quale arriveremo a comprendere che non potrà mai finire senza una sublime resa incondizionata, che di tanto in tanto grazie alla Meditazione avremo la fortuna di assaporare.
Come avvicinarsi alla pratica
Attraverso il processo della Meditazione, secondo le diverse metodologie sviluppate, si acquisisce la capacità di osservare il funzionamento dei processi interiori senza essere sopraffatti dai pensieri. Per farlo esistono due fasi attraverso cui l’allievo procede: la prima fase, è quella di acquisire la capacità di rimanere concentrato. Ci si può accorgere infatti che per quanto una tecnica preveda una precisa focalizzazione, durante la pratica è necessario richiamare più e più volte la mente sull’obiettivo, dovendo resistere a moltissime occasioni di distrazione. La seconda fase, una volta conquistata la capacità di rimanere concentrati sulla tecnica, ci consente proseguire e di fonderci nella tecnica stessa cessando ogni forma di controllo. A questo punto l’esperienza della pratica può essere definita una Meditazione, ovvero, quando la tecnica fluisce spontaneamente attraverso di noi, e l’osservazione dei processi interiori avviene attraverso la nostra sensisibilità.